domenica 2 dicembre 2018

Formazione ECM, c’è tempo fino al 2019 per mettersi in regola. La proposta di Lenzi (Area medica): «Rafforzare obbligo crediti in alcune discipline»

Delibera Agenas stabilisce che per il triennio 2014/2016 si potranno utilizzare i crediti maturati nel periodo 2017/2019. Il presidente del Comitato di Biosicurezza e Biotecnologie e membro della Commissione Nazionale ECM: «Dobbiamo insegnare a studiare e dobbiamo insegnare ad aggiornarsi costantemente. Oggi è cambiato tutto, quando mi sono laureato io non c’era nemmeno la Tac»


«L’aggiornamento ECM è fondamentale, oggi è cambiato tutto dal punto di vista tecnologico: quando mi sono laureato io, ad esempio, non c’erano nemmeno la tac e l’ecografia». Parola di Andrea Lenzi, presidente del Comitato di Biosicurezza e Biotecnologie della Presidenza del Consiglio e dell’Intercollegio di Area medica e membro della Commissione Nazionale ECM. Le sue parole arrivano proprio a pochi giorni dall’entrata in vigore della delibera Agenas che dà tempo fino alla fine del 2019 per mettersi in regola con il numero di crediti ECM obbligatori relativi al triennio precedente (2014-2016) e, per il nuovo triennio, aumenta la percentuale dei crediti acquisibili mediante autoformazione, che ora può coprire il 20% del fabbisogno e non più solo il 10%, come è stato fino ad ora.
La prima modifica riguarda, quindi, la possibilità «per tutti i professionisti sanitari che nel triennio 2014/2016 non abbiano soddisfatto l’obbligo formativo di completare il conseguimento» utilizzando i crediti maturati in tutto il triennio 2017/2019, considerando cioè tutta la formazione ECM effettuata fino al 31 dicembre 2019. Va sottolineato che «i crediti trasferiti al triennio 2014-16 non saranno considerati ai fini del soddisfacimento dell’obbligo del triennio 2017/2019» e che «tale spostamento sarà irreversibile».
Dunque, c’è ancora tempo per mettersi in regola. Ed è importante farlo, come ricorda a Sanità Informazione Andrea Lenzi. «La formazione ECM è fondamentale. Io dico sempre che nei sei anni di Medicina sostanzialmente, oltre che nozioni molto importanti, dobbiamo insegnare a studiareperché quando uno si laurea in Medicina si hanno almeno 40 anni di professione davanti e francamente tutto quello che io avevo studiato 40 anni fa oggi è cambiato – spiega Lenzi -. Quando io mi sono laureato (non era il Giurassico inferiore) non c’era la TAC, non c’era l’ecografia, non c’era la risonanza magnetica nucleare. È cambiato tutto dal punto di vista tecnologico. Sono cambiate le condizioni sociali, abbiamo avuto una crisi finanziaria importantissima, abbiamo la medicina dei migranti. Tutte cose che a quell’epoca non c’erano».
Lenzi difende il sistema italiano della formazione continua anche se la mancanza di sanzioni ne attenua la portata: «Noi dobbiamo insegnare a studiare e dobbiamo insegnare ad aggiornarsi costantemente. Ora è chiaro che purtroppo, come in tutte le parti del mondo, se non c’è la sanzione non studi o quantomeno lo fa spontaneamente solo una percentuale limitata delle persone. Quindi l’ECM serve semplicemente per obbligare ad acquisire un numero di crediti annui che ti consentono di dimostrare che hai fatto aggiornamento. Le deroghe servono solo per riallineare il sistema. Devo dire che il sistema ECM in Italia obiettivamente è uno dei migliori sistemi dal punto di vista formativo».
Poi Lenzi lancia la sua proposta e propone di rendere obbligatori gli ECM in alcune specifiche discipline su cui è fondamentale che i medici siano sempre aggiornati: «Secondo me è doveroso identificare tre-quattro discipline ogni anno su cui gli ECM siano obbligatori: per esempio la medicina dei migranti, per esempio la medicina delle catastrofi. Immagino che uno che si sia specializzato in medicina legale non sappia necessariamente fare un massaggio cardiaco o decidere di spostare una persona con la vertebra fratturata. Penso poi anche alle questioni relative alle malattie infettive».
Per il triennio 2014/2016 si potranno utilizzare i crediti maturati nel periodo 2017/2019. Il presidente del Comitato di Biosicurezza e Biotecnologie della Presidenza del Consiglio e dell’Intercollegio di Area medica: «Dobbiamo insegnare a studiare e dobbiamo insegnare ad aggiornarsi costantemente. Oggi è cambiato tutto, quando mi sono laureato io non c’era nemmeno la Tac».

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