Id Provider: 11
Evento n° 422997
Data inizio: 18/12/2024
Data fine: 17/12/2025
Crediti assegnati: 1
Corso gratuito
Le cardiomiopatie costituiscono un ampio spettro di patologie del miocardio, accomunate da complessità
diagnostica e una grande variabilità clinica. Le più rilevanti sono quella dilatativa, ipertrofica, aritmogena, o
restrittiva e sono un disturbo severo che, se non trattato tempestivamente, può provocare l’insorgenza di
mancanza di fiato, scompenso e aritmie potenzialmente fatali. Si tratta di patologie che possono interessare
pazienti di qualsiasi genere ed età, più frequentemente tra i 20 e 40 anni, ma anche bambini e adolescenti.
Il riconoscimento precoce e accurato di queste condizioni è fondamentale per migliorare la gestione clinica
dei pazienti e prevenire complicanze gravi, spesso irreversibili. Tuttavia, l’eterogeneità dei quadri di
presentazione rende il percorso diagnostico particolarmente sfidante.
Il corso si pone l’obiettivo di guidare i partecipanti verso un approccio pratico e strutturato che integri
elementi clinici, diagnostici, genetici e strumentali per raggiungere una diagnosi eziologica basata sul
fenotipo. Il "cardiomyopathy mindset", un metodo che utilizza i segnali d’allarme (“red flags”) come punto di
partenza per costruire una diagnosi sistematica, sarà il filo conduttore della sessione formativa.
L'approccio per “red flags” in accordo con una metodologia "cardiomyopathy mindset" emerge infatti come
la modalità più efficace per comporre gli elementi di presentazione clinica nel sospetto di cardiomiopatia,
finalizzato ad una diagnosi eziologica basata sul fenotipo.
In questo spirito i dati dell'albero genealogico familiare (la raccolta accurata di dati anamnestici su eventi
cardiovascolari precoci o improvvisi nella famiglia), il quadro sintomatologico d'esordio (l’analisi dei sintomi
cardiaci, quali ad esempio, dispnea, aritmie o dolore toracico), le eventuali sintomatologie
extracardiovascolari (come miopatie, neuropatie o sintomi sistemici), la possibile sindromicità
(identificazione di pattern clinici che suggeriscono una patologia sistemica con coinvolgimento cardiaco)
entrano importantemente nell'approccio diagnostico.
Fondamentale, in questo contesto, anche l’importanza della diagnostica strumentale, poiché una diagnosi
accurata non può prescindere dall’integrazione di dati provenienti da strumenti diagnostici avanzati.
Tra questi certamente l’elettrocardiogramma (ECG) per il riconoscimento di pattern specifici come preeccitazioni, anomalie di ripolarizzazione o blocchi di branca; l’ecocardiografia per una valutazione dettagliata
di spessori parietali, funzione ventricolare e morfologie anomale; la risonanza magnetica cardiaca (CMR) per
l’identificazione di alterazioni strutturali e tissutali, come la presenza di fibrosi, infiltrati o anomalie del
pattern di late gadolinium enhancement (LGE).
Anche il burden aritmico ventricolare, la morfologia ventricolare destra e, non ultimo, il genotipo, entrano
importantemente nell'approccio diagnostico. L’avvento delle tecnologie genetiche ha infatti rivoluzionato il
riconoscimento delle cardiomiopatie, consentendo l’identificazione delle mutazioni monogeniche associate
alle principali forme di cardiomiopatia (come quelle legate al sarcomero o ai desmosomi). I nuovi strumenti
di aggregazione genotipica, quali i punteggi di rischio poligenico (Poligenic Risk Score - PRS), stanno
ampliando la comprensione del rischio individuale con implicazioni nella stratificazione prognostica e nella
selezione delle terapie più appropriate.
Infine, per i casi complessi, anche l'istopatologia, ovvero l’analisi tissutale, e la ricomposizione in imaging
multimodale integrato, cioè l’uso combinato di ecocardiografia, risonanza magnetica e altre metodiche
avanzate per riconoscere dettagli strutturali altrimenti invisibili con singole tecniche, possono dare un
importante contributo.
Nell’ambito del corso FaD asincrono “I Mercoledì del Cuore - Approccio pratico sistematico al riconoscimento
delle cardiomiopatie: dai “red flags” alla diagnosi finale” si discutono tutti questi aspetti, con l’obiettivo di
fornire gli strumenti utili per l’applicazione di un approccio pratico e replicabile nella valutazione dei pazienti
con sospette cardiomiopatie, integrando i dati clinici, strumentali e genetici per formulare diagnosi
eziologiche.
Questi temi sono approfonditi da Gianfranco Sinagra [Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia e
del DAI Cardiotoracovascolare, Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI); Professore
Ordinario Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Scienze della Salute, Università degli Studi di Trieste].
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